IL NESPOLO GERMANICO
In dialetto “Nespolo d’inverno”
Mespilus germanica L.
Rosaceae
Il nespolo germanico (Mespilus Germanica L.) secondo recenti studi è originario dell’areale caucasico, ma anche con primi nuclei di diffusione in Iran, in Turchia fino alla Grecia.
Oggi è diffuso in tutta Europa come pianta spontanea nei boschi. Molto resistente al freddo invernale, si spinge fino ai mille metri di quota. La sua diffusione fu favorita moltissimo dai romani e prese piede a tal punto che in Germania al momento di classificarla, Linneo sospettando l’origine in quest’area, la chiamò Mespilus Germanica. Il frutto, la nespola, è un falso frutto dato dall’ingrossamento del reticolo attorno ai frutti veri e propri.

🌳 L’albero dimenticato ma resistente
Il nespolo germanico è stato coltivato fin dall’epoca romana e medievale, ma oggi è quasi scomparso dagli orti moderni.
È molto resistente al freddo e alla siccità, e si adatta bene ai terreni poveri, il che lo rende un vero “duro” della natura.
🍈 Il frutto che si mangia… marcio!
Le nespole germaniche sono dure e astringenti appena raccolte, quindi per mangiarle bisogna farle blettare, ammezzire, cioè lasciarle ammorbidire finché diventano marroni e pastose. Sembra marcio, ma è il momento giusto per gustarle!
Questo processo di maturazione si può fare lasciandole all’aria aperta o in cassette con paglia, un metodo antico usato anche per i cachi e per le sorbe
🍯 Un sapore unico e sorprendente
Una volta mature, le nespole hanno un sapore dolce con note di fichi secchi, datteri e mele cotte.
🐝 Un alleato per la biodiversità
Fiorisce tardi, in tarda primavera, evitando le gelate tardive e fornendo nettare per le api quando altre piante hanno già fiorito inoltre, gli uccelli amano le sue bacche invernali, rendendolo un ottimo albero per la fauna selvatica.


📜 Una storia nobile e letteraria
Era un frutto apprezzato nei banchetti medievali, perché in inverno forniva dolcezza quando c’era poca frutta fresca disponibile.
Viene citato anche da Shakespeare e Geoffrey Chaucer nelle loro opere, spesso in riferimento al suo aspetto “poco nobile” e al doppio senso un po’ piccante legato alla sua forma.
Ad esempio, in “Romeo e Giulietta”, Mercuzio scherza sulla forma del frutto e sul suo nome, che in inglese suona simile a “meddler” (persona impicciona) e aveva anche connotazioni sessuali:
“Now will he sit under a medlar tree,
And wish his mistress were that kind of fruit
As maids call medlars, when they laugh alone.
O Romeo, that she were, O that she were
An open-arse, thou a poperin pear!”
(Romeo e Giulietta, Atto 2, Scena 1)
“Ora si siederà sotto un nespolo
E desidererà che la sua dama fosse quel tipo di frutto
Che le fanciulle chiamano nespole, quando ridono tra loro.
Oh Romeo, che fosse, oh che fosse
Una ‘culaperto’, e tu una pera poperin!”
🔹 Nota di traduzione:
- Medlar (nespola) era spesso usato in modo osceno nell’Inghilterra elisabettiana, poiché i frutti maturi si aprono e assumono una forma evocativa.
- Open-arse (culaperto) era un termine volgare per indicare la nespola.
- Poperin pear (pera poperin) allude a una varietà di pera lunga e stretta, con un doppio senso erotico.
Questo passaggio è un esempio del tipico umorismo osceno di Mercuzio, che prende in giro Romeo e il suo romanticismo idealizzato.
Anche Geoffrey Chaucer, il celebre autore dei Racconti di Canterbury, fa riferimento alla nespola germanica con un’allusione al fatto che il frutto diventa buono solo in tarda maturità. Nel Reeve’s Tale, dice:
“And yet, God woot, that it is routhe to see
A young man be so old in looks, and tho
He may be likened to a medlar, tho
That never yet was ripe until it rot.”
(The Reeve’s Tale, vv. 3863-3866)
“Eppure, Dio lo sa, è un peccato vedere
Un giovane sembrare così vecchio d’aspetto, e così
Può essere paragonato a una nespola,
Che mai è matura finché non marcisce.”
🔹 Nota di traduzione:
- Chaucer usa la medlar (nespola) come metafora per una persona che non raggiunge la piena maturità finché non è in uno stato di decadimento.
- Questo riflette un tema comune nella letteratura medievale, dove la nespola simboleggia l’invecchiamento, la decadenza o la maturità tardiva.
Il motivo di queste allusioni è che:
Il frutto, quando è acerbo, è duro e immangiabile, ma una volta maturo diventa marrone, morbido e pastoso, richiamando immagini corporee e sessuali.
La parola “medlar” aveva già connotazioni volgari nel linguaggio dell’epoca, rendendolo perfetto per giochi di parole nei testi teatrali e poetici.
Era un frutto comune nel Medioevo e nel Rinascimento, quindi il pubblico capiva bene i riferimenti ironici.
Questi contenuti sono stati scritti e ricercati dai proprietari dell’Azienda Agricola SiGi in collaborazione con gli studenti dell’Istituto Tecnico Agrario di Macerata.
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L‘e-museo dei frutti antichi è stato aperto grazie ad un progetto di Agricoltura Sociale della Regione Marche che ha permesso a 5 ragazzi con disabilità cognitive tra i 20 e i 25 anni di partecipare al lavoro in azienda agricola selezionati da psicologi e assistenti sociali Anffas, accompagnati dall’educatore professionale Il Faro, supervisionati dai ricercatori UniMc e con comunicazione e diffusione gestita da Coldiretti Marche.
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